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In banchina la Liguria scopre l'eolico

di Raoul de Forcade

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19 gennaio 2010


Lo scalo di Savona crede nelle energie alternative e nei sistemi per abbattere l'inquinamento. A questi progetti sta lavorando l'Autorità portuale, attraverso la Sv Port Service, società partecipata al 47% dalla stessa Authority.
L'energia eolica alimenterà le luci dei piazzali nel porto, quella solare il Palacrociere (la stazione marittima dove ormeggiano le unità della compagnia Costa). Si punta anche sul cold ironing, l'alimentazione con cavo elettrico (anziché con i motori, più inquinanti) delle navi ferme in banchina. Sui tre progetti, che sono a differenti stadi di realizzazione, l'Autorità va avanti senza farsi intimorire dagli alti costi di alcuni impianti.
Dice Mariano Rosasco, ad della Sv Port Service: «Ora non si può prescindere dai combustibili fossili, ma la ricerca sullo sfruttamento delle energie rinnovabili è prioritaria». Savona sta per diventare il primo porto italiano ad applicare il cold ironing: l'Autorità, che aveva un impianto a Vado Ligure per traghetti di piccole dimensioni, ha deciso di ampliarlo, grazie al sostegno di Corsica Ferries che metterà gli 80mila euro necessari all'operazione. A lavori ultimati, una cabina elettrica da 15mila volt e 2,5 megawatt di picco consentirà ai grandi traghetti Mega Express della compagnia corsa di avere energia con i motori spenti, ogni volta che ormeggeranno per più di un giorno al terminal di Vado.
Progetti per il cold ironing sono allo studio anche a Civitavecchia e Genova; Savona ritiene di poter avviare la centralina entro metà febbraio. Per quanto riguarda l'eolico, Savona parte da un impianto già installato. «Cinque anni fa - spiega Rosasco - abbiamo montato su un edificio adibito a spogliatoio un generatore minieolico che non ha dato grandi risultati. Poi lo abbiamo sostituito con uno meno massiccio». Un impianto di quel tipo, con un vento medio annuo di 6 metri al secondo (che si trova praticamente solo nelle isole) produce 8mila chilowattora l'anno.
«In dodici mesi - prosegue l'ad -, applicando il conto energia (che attribuisce un valore a ogni chilowattora prodotto, ndr), si possono recuperare circa 2.400 euro più 1.200 euro di energia prodotta e non pagata al fornitore, per un totale di 3.600 euro. Considerando un investimento di 25mila euro per generatore e montaggio, in otto anni si recuperano i soldi spesi e in quindici anni l'investimento può rendere il 6% annuo, considerando anche il costo di manutenzione (4mila euro in quindici anni). Noi non beneficiamo del conto energia, perché cinque anni fa non esisteva, e la velocità media del vento è di 3,5 metri al secondo. Quindi abbiamo una produzione media di 2mila chilowattora l'anno e il risparmio è limitato. Tuttavia è stata esperienza. L'Autorità portuale ha deciso di investire ancora, avviando un nuovo progetto da 236mila euro, dei quali 118mila sono stati stanziati dalla regione Liguria».
Utilizzando un brevetto della scozzese Proven, Sv Port Service intende mettere in funzione «uno o due generatori eolici da 15 chilowattora che, posti sul molo sopraflutti, potrebbero produrre ognuno 30mila chilowattora l'anno, sufficienti per illuminare un piazzale di 10mila metri quadri. Siccome il progetto prevede di gestire una quota dell'illuminazione con variatori di flusso, si può arrivare a 15mila metri quadrati».
Pannelli solari saranno installati sul tetto del Palacrociere. «Dobbiamo ancora ricevere il via libera definitivo dell'Autorità portuale - afferma Rosasco - ma arriverà. Potremmo approntare l'opera entro maggio. Faremo una gara da 600mila euro e contiamo di montare pannelli per 120mila chilowatt solari, per una produzione stimata di 150 chilowattora. A conti fatti, la nostra società, che finanzierà totalmente l'opera, può ricavarne un beneficio di 65mila euro annui per vent'anni».
Anche il Rina (Registro italiano navale) è coinvolto, come ente certificatore, in un progetto che riguarda vento e mare. È una piattaforma offshore con pala eolica, da ancorare in zone con alti fondali, per generare e vendere energia elettrica. Il primo prototipo al mondo è stato al centro di un esperimento nel Golfo di Otranto, al largo di Tricase, la scorsa estate. Due sono in costruzione a Brindisi e Varna.

19 gennaio 2010
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